Alighiero Boetti

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Biografia

Alighiero Boetti nasce a Torino nel 1940. Alighiero Boetti è stato uno dei più importanti artisti a livello nazionale e internazionale dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale.
Alighiero Boetti o Alighiero e Boetti come si firma a partire dal 1973, esordisce nell’ambito dell’Arte Povera (Piero Gilardi, Mario Ceroli, Paolo Icaro, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Giulio Paolini, Giovanni Anselmo, Gilberto Zorio, Giuseppe Penone, Luciano Fabro, Pier Paolo Calzolari, Emilio Prini, Gianni Piacentino) a gennaio del 1967.
Nel 1972 si trasferisce a Roma, città in cui scopre il piacere della luce e dei colori lontani dall’austerità torinese. Già l’anno precedente ha scoperto l’Afghanistan e avviato il lavoro artistico che affida alle ricamatrici afghane, tra cui le Mappe, planisferi colorati che egli riproporrà lungo gli anni come registro dei mutamenti politici del mondo.
Nascono così i monocromi a biro (blu, neri, rossi, verdi) in cui la campitura tratteggiata su carta mette in scena il linguaggio; ugualmente tutte le opere ricamate su stoffa, non solo le Mappe del mondo ma anche certe composizioni di lettere, sempre quadrate e multicolore (sul modello Ordine e disordine); infine i Tutto, fitti puzzle in cui si ritrova davvero tutto: figure da rotocalchi, oggetti da scrivania, sagome di animali…
Altre tipologie di opere di Boetti sono invece di mano esclusivamente sua. Sono ad esempio i Lavori postali, giocati sulla permutazione matematica dei francobolli, sull’aleatoria avventura del viaggio postale e (a partire dagli anni 80) sulla segreta bellezza dei fogli inviati nelle buste. Oppure nei primi anni 70, i tanti ‘esercizi’ a matita su carta quadrettata, basati su ritmi musicali o matematici. Infine negli anni 80 e 90 le composizioni colorate e di tecnica mista su carta in cui scorrono schiere di animali, memori della decorazione etrusca o pompeiana.
Alighiero Boetti ha esposto nelle mostre più prestigiose e emblematiche della sua generazione, da ‘When attitudes become form’ (1969 ) a ‘Contemporanea’ (Roma, 1973), da ‘Identité italienne’ (Parigi, 1981) a ‘The italian metamorphosis 1943-1968’ (Guggenheim Museum New York, 1994). E’ stato sei volte presente alla Biennale di Venezia, con sala personale premiata nell’edizione del 1990 e un omaggio postumo nel 2001.
La sua opera nonché le sue scelte in quanto artista hanno fortemente influenzato la generazione successiva e molti giovani del nuovo millennio, in Italia e nel mondo.


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